Oggi, miei
cari amici, vi porterò in un posto molto particolare; faremo un viaggio tra i
profumi e gli odori della Parigi del diciottesimo secolo, attraverso il naso di
un personaggio spettacolare: vi voglio presentare Jean-Baptiste Grenouille, il
protagonista de Il profumo.
"Nel diciottesimo secolo visse in Francia un uomo, tra le figure più geniali e scellerate di
quell'epoca non povera di geniali e scellerate figure. Qui sarà raccontata la
sua storia. Si chiamava Jean-Baptiste Grenuille, e se il suo nome,
contrariamente al nome di altri mostri geniali quali de Sade, Saint-Just,
Fouché, Bonaparte ecc., oggi è caduto nell'oblio non è certo perché
Grenuille stesse indietro a questi più noti figli delle tenebre per
spavalderia, disprezzo degli altri, immoralità, empietà insomma, bensì perché
il suo genio e unica ambizione rimase in un territorio della storia che non
lascia traccia: nel fugace regno degli odori."
Il romanzo
narra la vita di Jean-Baptiste Grenouille, nato nel quartiere più povero e
maleodorante di Parigi.
Grenouille è incapace di provare qualunque sentimento umano, è dotato di
un olfatto eccezionale
ma è completamente privo di un proprio odore, che lo fa passare inosservato tra
la gente e gli crea un grande disagio. Abbandonato tra i rifiuti subito dopo la
nascita dalla madre, che per questo viene condannata a morte, viene trasferito
in un orfanotrofio, dove cresce completamente disinteressato alla compagnia
umana, ma affascinato dalla moltitudine di odori che il suo raffinatissimo olfatto
riesce a sentire. Venduto poi, ancora bambino, ad una conceria, Grenouille
cresce lavorando in condizioni miserabili.
Ormai ragazzo, una notte capta il profumo di una donna e, anziché provare il disgusto che normalmente gli causano gli odori umani, lo trova sublime e la uccide per poi annusarla voracemente. L'enorme soddisfazione che gli ha dato il profumo della giovane lo spinge a diventare un esperto nel campo degli odori e, a questo proposito, riesce a farsi assumere, come apprendista, nella profumeria di Giuseppe Baldini, dove crea magnifici profumi, in cambio dell'insegnamento delle tecniche dell'arte della profumeria.
Ormai ragazzo, una notte capta il profumo di una donna e, anziché provare il disgusto che normalmente gli causano gli odori umani, lo trova sublime e la uccide per poi annusarla voracemente. L'enorme soddisfazione che gli ha dato il profumo della giovane lo spinge a diventare un esperto nel campo degli odori e, a questo proposito, riesce a farsi assumere, come apprendista, nella profumeria di Giuseppe Baldini, dove crea magnifici profumi, in cambio dell'insegnamento delle tecniche dell'arte della profumeria.
Ottenuto
il diploma di garzone, Grenouille decide di dirigersi a Grasse, dove si fa uso nel campo della
profumeria di tecniche più avanzate della semplice distillazione appresa precedentemente. Il
suo viaggio, però, si interrompe quando giunge nei pressi della montagna Plomb
du Cantal. Accortosi della totale assenza di odori umani che vi è in questo
luogo, decide di abitare in una caverna dentro la montagna, sognandosi creatore
di un mondo costituito esclusivamente da profumi. Dopo sette anni, in seguito
ad un incubo, in cui si rende conto per la prima volta di non avere un proprio
odore personale, Grenouille decide di lasciare la montagna. Viene inizialmente
accolto a Montpellier dal
marchese de la Taillade-Espinasse, autore di bizzarre teorie
pseudoscientifiche, che lo usa come cavia per le sue ricerche. Qui crea un
profumo che simula l'odore dell'essere umano e si accorge che, usandolo, le
persone notano la sua presenza anche nei posti più affollati. Inizia così a
meditare (come atto di puro disprezzo verso gli uomini) la creazione di un
profumo talmente meraviglioso che costringa l'umanità intera ad amarlo e
idolatrarlo, e pur di ottenerlo non si fermerà davanti a nulla.
Questo
romanzo è geniale e straordinario, è un tripudio di emozioni: leggendolo ci si
ritrova ad amere Jean-Baptiste, poi a odiarlo, a tifare per lui, a
disprezzarlo, a trattenere il fiato nello svolgersi degli eventi, a piangere, a
tirare un sospiro di sollievo, come se stessimo nelle sue vicinanze e potessimo
osservare da vicino le sue avventure.
L'autore
ci descrive alla perfezione i luoghi, le persone e, soprattutto, gli odori che
circondano il personaggio, e si riesce ad empatizzare molto bene con lui. Un
uomo evitato dagli uomini, solo al mondo, senza un odore che lo
contraddistingua e lo caratterizzi, che fa di tutto, invece, per essere
quantomeno notato per strada mentre cammina.
Vi
prometto che, prima o poi, recensirò anche dei libri che non mi sono piaciuti,
ma nel frattempo vorrei farmi conoscere da voi attraverso quelli che ho amato.
Se dovessi
descrivere Il profumo attraverso le
sensazioni che mi ha dato direi che, per quanto riguarda la vista sarebbe
sicuramente una piazza di un mercato in un giorno uggioso, con la nebbia, dove
i vari venditori urlano e di sbracciano per attirare l'attenzione dei passanti.
I banchi espositivi sarebbero molto numerosi, uno adiacente all'altro senza
spazi, molto affollati dove una persona potrebbe sparire senza che nessuno se
ne accorga; se le mie orecchie potessero parlare direbbero che il libro è il
primo vagito di un neonato, che rappresenta la prima dichiarazione di
indipendenza del bambino, ma anche una dolorosa esperienza. Per quanto riguarda
l'odore, beh che dire, questa storia raccoglie tutti i profumi del mondo. È un
viaggio fatto con il naso, sarebbe impossibile decodificarne uno solo, ogni
pagina ha un proprio, specifico odore. Al gusto ricorda una pralina al
cioccolato ricoperta con cacao amaro, si scioglie in bocca, ma l'interno è duro
e la polvere che lo ricopre lascia un sapore acre. Al tatto invece, è un corpo
di donna, morbido, caldo, liscio che ti fa venir voglia di abbracciarlo,
poggiarle la testa in grembo e addormentartici sopra.
Aspettando
le vostre impressioni, vi saluto e vi bacio tutti.
A presto
amici miei!
Piccola
curiosità: Nel 2006 da questo romanzo ne è stato tratto un film "Profumo -
Storia di un assassino", con Ben Whishaw, Rachel Hurd-Wood, Alan Rickman e
Dustin Hoffman. Solitamente a me non piacciono i film tratti dai libri, perché,
ovviamente, ognuno interiorizza la storia in modo personale e, poche volte, il
regista riesce a trasmettere questa potenza al film; in questo caso, invece,
Tom Tykwer sembra essere entrato nella testa di Patrick Suskind: il film
rispecchia alla perfezione il romanzo e mantiene integra la libera
interpretazione che ognuno di noi può dargli. Ve lo consiglio (dopo il libro
chiaramente)!
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