"Chi accumula libri accumula desideri; e chi ha molti desideri è molto giovane, anche a ottant'anni."

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venerdì 8 aprile 2016

Tsugumi - B. Yoshimoto

Preparate le valigie, oggi voleremo in Giappone, nella penisola di Izu. Vi farò scoprire la storia di due adolescenti e della loro amicizia un po' speciale, vi racconterò Tsugumi.
"Senza dubbio Tsugumi era una ragazza impossibile. Ho lasciato il mio tranquillo paesino, in cui si vive di pesca e turismo, e sono venuta a Tokyo per frequentare l'università. Anche le giornate che trascorro qui sono molto divertenti.
Mi chiamo Shirakawa Maria. Maria, proprio come la Madonna.
Però non mi sento affatto una santa. Ma nonostante questo, chissà perché, quando i miei nuovi amici parlano di me, non ce n'è uno che non dica che sono generosa, o serena."

Questo romanzo è il ricordo di un'estate lontana trascorsa dall'io narrante, Maria, con le cugine.

La vera protagonista di questo racconto è però Tsugumi, cugina minore di Maria e sorella di Yoko. Tsugumi ha un pessimo carattere, modi scorretti e gestualità maschili, è vendicativa, sleale, ingrata e viziata, ma all'apparenza la più dolce e bella ragazza del piccolo paese di mare in cui vive; eppure, sotto questo solido guscio di diffidenza, batte un cuore, si nasconde un animo delicato e uno spirito libero. La giovane ha maturato quest'ambigua personalità a causa di una malattia che la costringe ad un'esistenza normale "a metà", vissuta con la consapevolezza di una scarsa aspettativa di vita e di una fragilità considerevole. È proprio in quest'estate che Maria comprende la vera natura della cugina, la quale vive una profonda crescita interiore. La crescita di Tsugumi culmina con l'improvviso aggravarsi delle sue condizioni avvenuto alla fine dell'estate, in cui sembra che l'esile vita della ragazza sia agli sgoccioli. Così, Tsugumi, sicura della triste sorte che inesorabilmente l'attende, scrive una lettera d'addio a Maria nella quale si rassegna alla morte e rivela alla cugina tutto l'affetto che prova e le confida quanto in realtà sia attaccata a quel semplice modo di vivere e a quella famiglia così premurosa. In questo momento, per la prima volta, Tsugumi cade in preda alla tristezza più profonda; tra le righe di questa lettera trapela tutta la sua debolezza psicologica e fisica. La sua mente torna ai bei momenti trascorsi, alle corse con l'ormai defunto cane, alle nottate insonni fatte di chiacchiere e di passeggiate.
Il finale, molto commovente, è ricco di enfasi e di sentimento.

Questo è stato il romanzo che mi ha fatto scoprire l'autrice, Banana Yoshimoto, una "pittrice", con la penna di paesaggi e di sentimenti umani.
Consiglio questo libro a chi ama la poesia e le piccole cose, così piccole che non sembrano possedere luce alcuna. Ma solo a uno sguardo poco attento.
Se dovessi descrivere Tsugumi attraverso le sensazioni che mi ha dato direi che, per quanto riguarda la vista sarebbe sicuramente un paesaggio marino di Monet, con i suoi giochi di luce e ombre e con il suo effetto "impressionante" al primo sguardo; se le mie orecchie potessero parlare direbbero che il libro è il silenzio dopo un urlo liberatorio, di quelli che ti lasciano sfinito, senza forze e senza fiato. Per quanto riguarda l'odore, sarebbe il profumo di una nonnina anziana, che ti accoglie sulla sua sedia a dondolo davanti al caminetto per raccontarti una storia incantata. Al gusto ricorda il sapore di una bella birra ghiacciata bevuta in spiaggia sotto il sole bollente, che ti rinfresca e ti disseta e ti lascia un piccolo senza di sbandamento che ti disorienta giusto un secondo. Al tatto, invece, è un foglio di carta vecchio e fragile, a cui bisogna prestare molta attenzione affinché non si sbricioli e non diventi polvere.
Anche per oggi, vi saluto e vi bacio tutti.
A presto amici miei!

Piccola curiosità: questo romanzo, nella sua prima edizione giapponese uscì a puntate su "Marie Claire" e solo in un secondo tempo, nel 1989, appare in volume.

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